Compiti e finalità

Come si è capito siamo di fronte ad una realtà, quella del comprensorio del Padule di Fucecchio, complessa ed in continua evoluzione che necessita di interventi pianificati, piani organici in cui tutti i soggetti interessati devono operare in sintonia per meglio razionalizzare ed utilizzare le risorse umane ed economiche.

I compiti del Consorzio di Bonifica vanno quindi dalla manutenzione delle opere idrauliche alla tutela dal rischio idraulico e da ultimo, ma non per importanza, alla tutela ambientale.

Si capisce così la necessaria evoluzione del consorzio: se inizialmente si trattava di interessi particolari da difendere oggi le implicazioni sono più che mai forti e anche i privati cittadini sono chiamati a dare un loro giusto contributo per gli scopi sopra descritti.

Recentemente è stato fatto un passo avanti anche nel campo delle competenze del Consorzio di bonifica in quanto sono stati inclusi anche i bacini montani e collinari di quei corsi d'acqua che poi sfociano le proprie acque nel Padule.

È ovvio che così facendo si rende possibile la realizzazione "a monte" di quegli interventi di sistemazione di alvei e pendici che, in un'ottica di attuazione del concetto di unitarietà, sono fondamentali per il risultato che essi comportano "a valle".

Per operare, il Consorzio dispone di due diversi tipi di strumenti: il piano generale di bonifica e il piano di contribuenza.

Con il piano generale di bonifica vengono pianificati tutti gli interventi che dovranno poi essere realizzati. Dato il suo carattere sovracomunale, il Consorzio elabora una serie di proposte in accordo con gli Enti Locali, ecc. L'iter prevede poi l'approvazione sotto forma di legge da parte del Consiglio Regionale e la conseguente attuabilità pratica degli interventi sul territorio.

Il piano di bonifica è in corso di elaborazione ed ha fra le sue linee guida la consapevolezza che la situazione attuale del comprensorio è dovuta alla contraddittorietà delle direttive date negli anni passati.

Di volta in volta si era, infatti, deciso di procedere o al completo prosciugamento del Padule o alla costituzione di un vero e proprio lago, con una serie di interventi ovviamente diversi fra di loro se non palesemente in contrasto.

La causa era da ricercarsi nell'estemporaneità delle decisioni prese, frutto di interessi prevalenti del momento o di impellenti esigenze di tipo economico, sociale o igienico.

Il piano sottolinea come le basi stesse della tecnica della bonifica siano rimaste spesso incompiute: non si è mai provveduto alla separazione delle acque alte da quelle basse che poi alla fine si sommavano ed alimentavano il Padule.

Sull' altro fronte viene confermata la tendenza contemporanea a considerare come prioritaria la salvaguardia della cosiddetta "zona umida" in un'ottica più attuale di tutela ambientale di un'area ad alto pregio naturalistico.

Per gli stessi motivi è dovuta particolare attenzione a che la portata dei corsi d'acqua non sia mai troppo bassa, che in essi non ci siamo quantità esagerate di detriti solidi e che la qualità delle acque sia sempre sotto controllo.

Proprio per quest'ultimo aspetto il Consorzio ha posizionato delle centraline di prelevamento dell'acqua che ne analizzano la qualità. Nel caso di riscontro di valori inferiori a quelli su cui sono state tarate le sonde, automaticamente viene pompata una certa quantità di ossigeno liquido.

Il piano prosegue sconsigliando la bonifica idraulica tradizionale che vorrebbe il prosciugamento dei terreni paludosi per destinarli ad attività agricole permanenti, mentre vengono definiti come interventi prioritari la sistemazione e la regimazione dei corsi d'acqua, la riduzione del trasporto solido, la conservazione delle condizioni necessarie al mantenimento dell'ecosistema esistente.

Iniziative per la difesa dall'inquinamento sono in parte già state intraprese ma dovranno essere migliorate e potenziate.

Gli interventi più incisivi di difesa del suolo sono da effettuarsi soprattutto sulle pendici montane dove nascono i corsi d'acqua e dove, con l'estensione delle competenze del Consorzio, si riuscirà probabilmente ad operare in misura sufficiente e con il tanto agognato coordinamento indispensabile per conseguire risultati concreti.

Il piano individua una serie di direttive di primaria importanza per una migliore gestione e salvaguardia del Padule:
  • La difesa dall'interramento della zona depressa mediante interventi di sistemazione idraulico-forestale dei corsi d'acqua che vi hanno riguardo al problema del taglio indiscriminato dei boschi e della cattiva manutenzione dei terrazzamenti.
  • La regimazione delle acque anche attraverso invasi da realizzare nei bacini imbriferi dei corsi d'acqua aventi origine dalle colline e dai monti sia per la gestione dell'area umida del Padule che per gli usi civili ed agricoli.
  • La difesa dall'inquinamento con la corretta gestione dei depuratori esistenti ed il miglioramento delle acque reflue, sia direttamente scaricate nei corsi d'acqua, sia provenienti da depuratori.
  • Il controllo ed il mantenimento di adeguate caratteristiche ecologiche per la vita delle piante e dgli animali nell'ambiente palustre.
Un contributo in questo senso è per esempio già dato dalla presenza, come detto, di sonde che, misurando la qualità di ossigeno nell'acqua, azionano delle pompe che immettono ossigeno liquido con la funzione di rivitalizzare il sistema ed evitare l'atrofizzazione.

Dal punto di vista dell'assetto territoriale gli interventi da prevedere sono destinati alla difesa idraulica delle aree del comprensorio di bonifica attraversate da corsi d'acqua arginati e come tali soggetti a piene in grado di provocare inondazioni per il semplice sormonto delle difese.

Gli interventi di adeguamento che riguardano gli alvei prevedono l'incremento delle sezioni e la modifica del tracciato in modo da contenere le portate massime di piena.

Per taluni corsi d'acqua, con caratteristiche particolari, dovranno essere definiti di volta in volta interventi specifici, anche prevedendo l'installazione di pompe idrovore.

In altri casi i mutamenti del tipo di coltivazione o l'abbandono dei terreni ha comportato la riduzione delle opere di sistemazione idraulico-agraria preesistenti e l'inevitabile aumento del rischio idraulico; lo stesso risultato lo ha provocato l'errata collocazione di insediamenti urbani e produttivi in modo tale da richiedere notevole sforzo per la loro salvaguardia.

Per il futuro si raccomanda che i piani regolatori tengano presente questo problema ed escludano i nuovi insediamenti dalle aree a rischio.

Il Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio ha già operato in questo senso, istituendo una rete di monitoraggio attiva 24 ore su 24 che controlla anche a monte il livello dei corsi d'acqua, sia naturali che artificiali, rileva la quantità delle piogge e trasmette i dati in tempo reale ad una centrale di osservazione computerizzata collegata attraverso le linee telefoniche.

In questa maniera si può fare una previsione in anticipo di 4 ore per gli eventi di piena e a valle ci si può organizzare di conseguenza senza il rischio di compromettenti ritardi. Con questi dati viene prodotto un bollettino mensile che serve da statistica anche per il futuro e prefigura un certo modello di comportamento.

Se fino adesso le previsioni dei dati provenienti dalle centraline di rilevamento, elaborate in sede dal Consorzio, permette di conoscere i livelli di piena massima e minima, probabilmente fra qualche anno si arriverà alla creazione di un modello matematico certo che descriva in maniera completa le variazioni di livello.