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31.01.2009

Due milioni di danni per la piena. Consorzio destina 360mila euro ai lavori


Primi stanziamenti del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio per i danni provocati dalle ultime piene. Adesso che il livello dei fiumi è tornato nella normalità è stato possibile per i tecnici del Consorzio effettuare un’accurata ricognizione sui corsi d’acqua e stilare un bilancio dei danni provocati dalla violente piogge dei giorni scorsi. Anche perchè le frane sugli argini spesso avvengono quando le acque si ritirano. I danni riscontrati sul Pescia e Pescia di Collodi ammontano a oltre due milioni. Per gli interventi più urgenti il Consorzio del Padule di Fucecchio ha stanziato 360mila euro e ha messo a disposizione i suoi uffici per la progettazione e i vertici dell’ente si sono messi subito al lavoro per il reperimento dei fondi. “Stiamo anche studiando - spiega il presidente Gino Biondi - di reperire altre somme dal bilancio per poter effettuare altri interventi nei punti maggiormente a rischio”. Una prima documentazione è già stata inviata alla Protezione civile della Regione e delle Province di Lucca e Pistoia. Per il 12 febbraio inoltre è stata convocata una riunione fra comuni, province, Autorità di bacino e Regione per predisporre i progetti esecutivi per la messa in sicurezza degli argini e attivare i relativi finanziamenti. «All’incontro - dice il presidente Biondi - sono stati invitati anche i consiglieri regionali del comprensorio e l’assessore Fragai che si è sempre dimostrato sensibile alle nostre problematiche». “L’evento del 20 gennaio scorso - spiega il direttore generale Franco Fambrini - è stata davvero eccezionale. La nostra stazione pluviometrica sul Battifolle ha registrato la caduta di 210 millimetri di pioggia e 100 a Villa Basilica. Per far capire l’enorme quantità di acqua che si è abbattuta sulla zona basta dire che in occasione dell’alluvio del 1999 sul Battifolle e su Villa Basilica non si arrivò ai 100 millimetri”. “Gli argini - aggiunge il presidente Gino Biondi - nonostante l’eccezionalità dell’evento hanno retto all’ondata di piena e questo vuol dire che il lavoro di manutenzione ordinaria che abbiamo effettuato in questi anni ha dato i suoi frutti”. Fambrini sottolinea un altro aspetto, quello dei tempi di corrivazione, vale a dire dei tempi che la piena impiega da monte ad arrivare a valle: “Negli anni passati l’acqua scendeva con una velocità impressionante e questo rendeva le piene molto più pericolose. Adesso anche in questa circostanza abbiamo notato che i tempi di corrivazione tendono ad allungarsi grazie ai lavori che abbiamo effettuato in montagna sul reticolo minore”.

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